La chiesa di S. Savina

ultimo aggiornamento 20 Gennaio 2020

La chiesa di S. Savina di Voceto è una tra le più antiche del territorio amatriciano. Le visite pastorali ne confermano la presenza, come parrocchia attiva, dalla seconda metà del XV secolo. Sembra tuttavia che, nella zona, esistesse già nel 50 dc un abitato. La fondazione della parrocchia potrebbe risalire dunque almeno al XIII secolo, periodo di diffusione della zona del culto cristiano. 

Santa Savina o San Savino: un mistero da svelare

L’attribuzione della chiesa a Santa Savina, una matrona milanese vissuta a cavallo del 200 e 300 d.C., pone diversi dubbi sull’identità del patrono a cui la chiesa è dedicata. È infatti quantomeno curioso che una santa lombarda sia stata nominata protettrice di un borgo incastonato al centro degli appennini.

La ricerca storica ha individuato due filoni che “giustificano” l’attribuzione. Un errore di trascrizione all’interno del registro parrocchiale avrebbe trasformato il nome del vero patrono della Chiesa nella Santa Savina che oggi si festeggia la domenica dopo ferragosto. 
Non sappiamo con certezza se uno dei due filoni sia esatto, nè vogliamo davvero scoprire l’identità del patrono della nostra chiesetta. Quello che è certo è che, ogni anno, la statua di Santa Savina sfila per le vie del paese, addobbata, durante la processione!

Le due ipotesi fanno risalire il culto di Santa Savina a:

  • Santa Sabina, una nobildonna romana, venerata come martire. Il suo culto è molto diffuso nel lazio come anche nella marsica abruzzese. Era sicuramente conosciuta nel territorio amatriciano. 
  • San Savino, coevo della santa milanese, fu vescovo di Spoleto (diocesi di cui, all’epoca, facevano parte Amatrice e le sue frazioni). Non è escluso che, una sua visita, abbia portato i fedeli ad intitolare la loro parrocchia al santo umbro.

La struttura della chiesa di Santa Savina

L’esterno della Chiesa ha subito, durante gli anni, alcuni interventi architettonici che l’hanno resa diversa da come appariva in passato.

L’elemento più evidente di questa trasformazione è il campanile che originariamente sormontava la facciata e venne poi spostato sul retro della Chiesa dove è rimasto, fino al crollo del 24 agosto 2016

Il portale in legno, anteceduto da una piccola scalinata, è incorniciato da conci in pietra serena, e riporta, incisa, la data 1898; probabilmente relativa all’intervento architettonico più recente sulla Chiesa.

L’interno

La struttura di Santa Savina è a navata unica con soffitto carenato
Il tetto è sostenuto da travi in legno mentre il pavimento è un cotto di recente manifattura.

Anticamente la Chiesa, come consuetudine nella zona, era con tutta probabilità, ricoperta di affreschi; si trattava di immagini celebrative e votive di figure sacre, legate al ciclo della vita o ai mestieri più comuni nel territorio. Alcuni elementi sono ancora visibili all’interno degli altari maggiore e laterale e, in poche tracce sparse lungo le pareti.
Al loro deterioramento ha contribuito, sicuramente, l’umidità delle pareti della Chiesa. Non si esclude, inoltre, che gli affreschi siano stati ricoperti di calce durante un’epidemia di peste, procedimento che, solitamente, veniva attuato per disinfettare le pareti.


Santa Savina è stata gravemente danneggiata dalle scosse dell’agosto 2016 che hanno causato il crollo del campanile, seguito dalla facciata nell’ottobre successivo e, il 5 gennaio del 2017, dalla struttura posteriore, deputata a sagrestia.

In diversi momenti la Soprintendenza di Rieti è intervenuta, con un programma mirato, per cercare di preservare gli affreschi e mettere in sicurezza ciò che rimane della struttura architettonica. 
L’ultimo controllo, effettuato a settembre del 2019 ha evidenziato il buono stato di conservazione degli affreschi e dell’altare maggiore e la necessità di un intervento di rafforzamento della struttura di protezione.


Sulla nostra pagina Facebook trovate tutte le informazioni aggiornate sullo stato di Santa Savina e sui progetti che la riguardano.

Vuoi saperne di più sulla Chiesa di Santa Savina, sui testi che ne parlano e sugli studi che sono stati fatti sul ciclo di affreschi e sul territorio? 
Scrivi a info@amicidivoceto.it